mercoledì 10 maggio 2023

Primo spettacolo a LE SERE DEI MONOLOGHI con Carlo Orlando


Di cosa si tratta: “La sfida” è la narrazione epica del leggendario incontro di boxe tra Muhammed Ali e George Foreman. Liberamente tratto dall’omonimo romanzo di NORMAN MAILER. Adattato per la scena da Mattia Fabris e Carlo Orlando, con Carlo OrlandoLo spettacolo: Il 30 Ottobre del 1974, a Kinshasa nello Zaire, Muhamed Ali incontra sul ring l'imbattuto campione del mondo dei pesi massimi George Foreman. Combattono per il titolo, combattono per la vita. Due uomini, due grandi campioni, due volontà di ferro, due differenti incarnazioni della stessa energia divina. Grazie ad un testimone d’eccezione, Norman Mailer, gigante della letteratura americana, l’incontro passerà alla storia come l’evento più straordinario, tragico e commovente della storia della Boxe. Un racconto coinvolgente, appassionato e iperbolico che trascende il soggetto e raccontandoci di boxe ci parla di uomini e Dei.

RECENSIONE DA Hortus Conclusus: Carlo Orlando ha ripercorso un evento sportivo che Mailer ha raccontato in tutta la sua portata umana, culturale e simbolica: lo scontro sul ring, il 30 ottobre del 1974, a Kinshasa, di Mohamed Ali contro l’imbattuto campione del mondo dei pesi massimi George Foreman. Non solo una disputa sportiva, seppur durissima, ma lo scontro di due modi di intendere la vita e la lotta. Ali, reduce da quattro anni di squalifica, a causa del rifiuto di combattere nella guerra del Vietnam, già dalle conferenze stampa preliminari fu simbolo del continente nero, personificazione dell’eletto dotato di enorme forza della filosofia bantu. In lui sembrano congiungersi forze e radici ataviche, mentre intorno, nel Congo ribattezzato Zaire di Mo butu, imperversa la violenza più cieca e repressiva, esercitata con il solo criterio dell’intimidazione. Dall’altra parte del ring, George Foreman, anch’egli nero, eppure simbolo dell’occidente, potente e apparentemente invincibile, taciturno e schermato dalla sua stessa impermeabilità agli stimoli esterni. Carlo Orlando fa de “La sfida” un piccolo capolavoro di teatro di narrazione, abbracciando una molteplicità di registri e dipingendo un universo caratteriale e culturale che raggiunge l’apice nell’arte della boxe, un esercizio di autocontrollo e di personalità, prima ancora che di forza. E’ atroce la descrizione di Mobutu, dei suoi appellativi enfatici e autoreferenziali, eppure si ride, come si ride al solipsismo di Foreman, sintetizzato nella risposta “Mi scusi se non le stringo la mano, ma come vede ho le mani in tasca”. Si arriva alla descrizione delle azioni dello scontro, con la tattica innovativa di Ali che sconcerta la tribuna stampa, come ad un apice di tensione e consapevolezza dell’importanza del momento. E poi il dolore, le reazioni dell’enorme stadio, l’incredulità e la svolta, che decreta la vittoria di Ali, sono un crescendo che lascia senza fiato, come solo il grande teatro, in questo caso fondato su un grande testo, può fare. E’ un’immersione totale in una vicenda epica, solenne ed epocale, intrisa di cultura, politica, violenza e personalità, come in un tempo di dei e di eroi. C’è l’Africa, ci sono la sua forza e la sua spiritualità, c’è la competizione che assume il valore della lotta ideale, c’è lo scontro di popoli. C’è soprattutto la bravura di un interprete che ricostruisce tutto ciò, salendo su una piattaforma-ring, dando corpo e voce ai protagonisti, ai loro allenatori, ai giornalisti e a un contesto ambiguo e sanguinoso, dove ostentazione e ricchezza stridono con repressione e povertà. Una grande prova per Orlando  e un bellissimo adattamento del capolavoro di Mailer.


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